venerdì 8 giugno 2018

Nuovo virus felino simile all’epatite B, scoperto dall’Università di Sydney.



I pericoli in agguato per la salute dei nostri gatti sono numerosi, e non è raro che anche qualcuno dei più insidiosi resti sconosciuto a chi non è adeguatamente informato. Il discorso, naturalmente, è diverso per i ricercatori che si occupano di monitorare lo stato dei virus. Proprio l’Università di Sidney ha recentemente svelato l’esistenza di un nuovo virus felino simile all’epatite B che affligge gli esseri umani. Il team di ricerca che ha fatto la ricerca, capitanato da Julia Beatty, era impegnato in un progetto volto a identificare i virus che intervengono nello sviluppo del cancro nei gatti immunocompromessi, vale a dire affetti da FIV 
( La FIV è la sindrome da immunodeficienza felina, in altre parole è il corrispettivo felino del nostro HIV.Il virus che causa la FIV nel micio non è contraibile dall’uomo o da animali di natura differente (quindi cani, roditori ecc..). Il virus della FIV può essere trasmesso solo da gatto a gatto; le persone che vivono con un gatto che ne è affetto, possono stare tranquilli e non temere il contagio.
La FIV si trasmette tramite la saliva:  il contagio avviene mediante morso o leccamento; le gatte infette possono inoltre contaminare i loro cuccioli durante la fase dell’allattamento. L’infezione da contatto con ciotole, lettiere infette non è possibile, a differenza della FeLV, poichè il virus non resiste nell’ambiente.
Tipicamente i maschi la contraggono più frequentemente rispetto alle femmine a causa delle lotte con altri gatti per il dominio del territorio o durante il periodo del calore.
La FIV è, purtroppo, incurabile, ma i gatti FIV+  possono vivere anche più di 10 anni. Ovviamente, quelli che vivono in appartamento, e quindi vengono accuditi, vaccinati e portati a regolare controllo dal veterinario, hanno un’aspettativa di vita superiore.
Per la FIV non esistono medicinali nè vaccini. La cosa migliore da fare è la PREVENZIONE: bisogna castrare i maschi e sterilizzare le femmine in modo da abbassare la percentuale di rischio di contrazione della malattia. Inoltre, offrirgli un ambiente tranquillo e igienico, curarli ed amarli renderà la loro vita migliore e più longeva!) 
I risultati sono stati piuttosto sorprendenti, perché i ricercatori hanno incrociato le loro strade, quasi per caso, con questa sconosciuta forma virale. Il virus è stato reperito in una coltivazione di cellule con linfoma, ovvero un cancro del sangue. Il suo nome, al momento e in via provvisoria, è hepadnavirus. A livello clinico, virus simili a quello scoperto possono portare allo sviluppo di epatite e cancro al fegato. Nei gatti affetti da FIV, l’hepadnavirus ha attecchito nel 10% dei casi, mentre nei gatti il cui sistema immunitario era integro e perfettamente funzionante solo nel 3,2% dei casi.
La dottoressa Beatty ha dichiarato in merito alla scoperta:
“Più saranno le specie che potremo conoscere come portatrici di questo virus, più potremmo imparare su come questo tipo di virus interagisce con l’organismo ospitante. A parte la rilevanza per la salute dei felini, questa scoperta ci aiuta a comprendere come i virus dell’epatite, che possono essere letali, si evolvono nelle diverse specie animali”
Inoltre, la scoperta di questo nuovo virus felino simile all’epatite B può agevolare l’industria veterinaria globale nello sviluppo di nuovi farmaci e vaccini. Senza contare che, ora che i veterinari sono consapevoli della sua esistenza, potranno identificarlo correttamente quando lo incontreranno in un paziente a quattro zampe.