mercoledì 21 novembre 2018

GATTO IN PERICOLO IN PROPRIETA’ ALTRUI.


L’Avvocato Risponde

a cura di Avv.ti Floriana Pisani e Margherita Mannino


GATTO IN PERICOLO IN PROPRIETA’ ALTRUI: Responsabilità proprietario, oneri amministratore condominio e comportamento da tenere da parte dei volontari

A seguito di una nota vicenda del gattino padronale scappato dal balcone della propria abitazione e che si è messo in una situazione particolarmente difficile e rischiosa è sorta la necessità di dare alcune informazioni legali su come comportarsi in questi casi.

            IL FATTO: un gatto passeggiando sulla ringhiera del proprio balcone aveva deciso di visitare l’appartamento attiguo disabitato. Di poi cadeva dal quarto al terzo piano in una intercapedine di un altro appartamento anch’esso disabitato, senza possibilità di procurarsi cibo o acqua.

Purtroppo, i primi interventi del Soccorso Veterinario, dei Vigili del Fuoco, della Polizia Municipale non hanno avuto esito positivo non riuscendo i Vigili del Fuoco ad accedere con i loro mezzi sui luoghi.

            COSA FARE: in tale inusuale situazione emergenziale bisogno per prima cosa individuare il proprietario dell’immobile chiedendo all’amministratore del condominio.

Si ricorda a tal proposito che l’amministratore di condominio è oggi facilmente individuabile stante che l’art. 1129 c. 5 del codice civile prevede che “Sul luogo di accesso al condominio o di maggior uso comune, accessibile anche ai terzi, è affissa l'indicazione delle generalità, del domicilio e dei recapiti, anche telefonici, dell'amministratore”.

Ricordiamo inoltre, che la mancata apposizione della suddetta indicazione comporta responsabilità dell’amministratore poiché egli viene meno sia ad un obbligo di legge sia agli oneri che gli derivano dal mandato conferitogli, con tutte le conseguenze giuridiche del caso.

Inoltre, in situazione di emergenza come quella verificatesi, l’amministratore del Condominio è tenuto a fornire alle Autorità che intervengono i recapiti del proprietario dell’appartamento ovvero ha l’obbligo di contattarli personalmente poiché per legge deve conoscere tali dati.

A tale proposito si rappresenta che tra i nuovi compiti che la legge di riforma riserva all’amministratore di condominio vi è la redazione e conservazione del Registro anagrafe condominiale

L’art. 1130 c. 6 del codice civile che prevede questo onere a carico dell’amministratore attribuisce allo stesso l’obbligo, in caso di inerzia, mancanza o incompletezza delle comunicazioni, da parte dei proprietari o di altri detentori dell’immobile a qualsiasi altro titolo di richiedere con lettera raccomandata le informazioni necessarie alla tenuta del registro di anagrafe. Decorsi trenta giorni, in caso di omessa o incompleta risposta, l'amministratore acquisisce le informazioni necessarie, addebitandone il costo ai responsabili.

L’amministratore di condominio è obbligato ad adempiere diligentemente all’obbligo sopra descritto a pena di revoca giudiziaria dell’incarico, per gravi irregolarità di gestione (articolo 1129 comma 12, n. 7 del Codice Civile).

            COMPORTAMENTO VOLONTARI:

nel caso in cui non sia possibile rintracciare i proprietari dell’immobile, a nostro parere, né un Presidente di un’associazione né un volontario possono o debbono assumersi la responsabilità dell’accesso forzoso all’immobile disabitato poiché ciò comporterebbe profili sia di natura civilistica (risarcimento dei danni subiti e subendi) che di natura penale anche se il reato di danneggiamento è stato depenalizzato con la modifica dell’art. 635 c.p. (inserita dall’art 2 decreto legislativo 7 del 2016). E’ opportuno precisare che il suddetto articolo prevede “la reclusione da sei mesi a tre anni  e la  procedibilità d’ufficio per “…chiunque distrugge, disperde, deteriora o rende, in tutto o in parte, inservibili cose mobili o immobili altrui con violenza alla persona o con minaccia …” .

Ne consegue che chiunque decida di intervenire usando violenza o minaccia sarebbe perseguibile a norma di legge.

In ogni caso, il proprietario dell’immobile denuncerebbe un eventuale accesso non autorizzato con il rischio di una richiesta di risarcimento danni.

Intervenire con la forza aprendo l’appartamento comporterebbe il rischio di subire un’azione di risarcimento del danno da parte del proprietario dell’immobile e laddove vi fosse anche un procedimento penale chi si è assunto la responsabilità dell’accesso forzoso dovrà provare lo stato di necessità (art. 54 c.p.). E’ appena il caso di evidenziare che in tal caso il responsabile dei danni dovrà difendersi nelle sedi di Giustizia.

Alla luce delle modifiche normative l’evento potrebbe essere non punibile per “speciale tenuità del fatto”.

            RESPONSABILITÀ PROPRIETARIO ANIMALE D’AFFEZIONE:

si ricorda che nel caso di un gatto che ha un padrone questi è tenuto a “prendere ogni possibile precauzione per impedirne la fuga” come prevede il Dpcm del 28/02/2003, e risponde per omessa custodia ai sensi dell’art. 2052 c.c. con conseguenziale responsabilità per tutti i danni causati dal suo malgoverno nella gestione del felino.

Si esortano i proprietari a mettere in sicurezza i propri appartamenti al fine di evitare inopportune e pericolose passeggiate del proprio felino.



Avv. Floriana Pisani cell. +39 320.6567789




Avv. Margherita Mannino cell. +39 392.4986791

email: margherita.mannino@hotmail.it

lunedì 5 novembre 2018

Le amministrazioni locali tacciono sul problema randagismo

Ancora buio all’orizzonte in relazione alla richiesta formulata, in data 22.09.2018, dall’Avv. Massimiliano Vaccariello in nome e per conto di un coordinamento interregionale di associazioni animaliste di Puglia, Sicilia e Toscana che vede unite nell’iniziativa numerosissime associazioni animaliste (solo in Puglia oltre 60 tra associazioni, sezioni e delegazioni); in merito al ritardo nel riscontro della richiesta, i rappresentanti delle associazioni promotrici della stessa esprimono grande preoccupazione per la situazione del randagismo che affligge prevalentemente il meridione ma che ha notevoli ripercussioni in tutta la nazione.
A distanza a di oltre un mese, infatti, non è pervenuto alcun cenno che faccia sperare di poter contare sull’attenzione delle principali istituzioni nazionali e locali circa le emergenze che, soprattutto nel Sud Italia, i volontari sono costretti ad affrontare quotidianamente sostituendosi alle predette istituzioni che, tranne rare eccezioni, restano inerti e inadempienti. Con la su richiamata richiesta, lo scorso settembre sono stati invitati il Presidente del Consiglio dei Ministri, i Ministeri della Salute, dell’Ambiente e dell’Interno e i Presidenti e Prefetti delle Regioni Puglia, Sicilia e Toscana, a dichiarare lo stato di emergenza randagismo evidenziando l’urgenza e la necessità di elaborare strategie che rispondano alla sempre maggiore sensibilità dei cittadini verso la tutela ed il benessere animale; sensibilità che spesso non viene colta dai soggetti istituzionali locali minando considerevolmente la corretta convivenza uomo-animale.
L’Avv. Vaccariello, in virtù delle deleghe ricevute dalla “Confederazione Associazioni Animaliste Sicilia”, dal “Coordinamento Associazioni Animaliste Regione Toscana”e dalle associazioni del costituendo “Coordinamento Associazioni Animaliste Pugliesi”, hanno evidenziato che i canili non sono la soluzione adeguata al problema randagismo, anzi spesso diventano strumenti di business malavitoso.
Inoltre, sono stati chiesti e suggeriti provvedimenti urgenti e improntati alla prevenzione e alla repressione di condotte illecite, tra i quali: l’attivazione di un piano di emergenza che abbia come attività principali il censimento e l’intensificazione delle sterilizzazioni dei randagi e non solo, la realizzazione di campagne di informazione e serrati controlli sui privati, con particolare attenzione alle aree rurali, e l’attivazione a livello ministeriale di una Task Force randagismo per il ripristino della legalità con il compito di supervisione e controllo.
L’obiettivo della richiesta formulata da un così elevato numero di associazioni animaliste è quello di ricevere una chiara risposta alla domanda di maggior attenzione ad un tema da troppo tempo trascurato e che ha innumerevoli ripercussioni sul territorio; infatti, la disattenzione delle istituzioni centrali e locali al tema randagismo ha evidenti ripercussioni di ordine pubblico, economico, etico e sociale su tutta la popolazione e si va dallo sperpero di denaro pubblico alla mortificazione del sentimento per gli animali, soprattutto d’affezione, oltre che delle loro importantissime funzioni sociali.
Pur continuando le attività di volontariato sul territorio, le associazioni animaliste, da sole e senza il sostengo delle istituzioni, sono consapevoli di non poter affrontare la piaga del randagismo senza interventi mirati sul tutte le realtà nazionali e locali, sia perché prive dei ruoli e degli strumenti adeguati che perché ormai esasperate dal doversi anche sostituite alle amministrazioni locali. Quindi si chiede che questo grido d’aiuto venga raccolto da chi di dovere e a sia seguito da risposte chiare e tempestive affinché non si ripetano gli orrori del passato.
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